Passeggiare
- Claudio
- 6 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min

Passeggiare è una delle mie attività fisiche preferite. Forse è l’unica attività fisica che pratico, oltre a quella di lanciatore di coriandoli controvento.
Passeggiare mi rilassa. Mi rilassa il cadenzare del mio passo. Mi rilassa osservare tutto ciò che incontro o perdermi nei miei pensieri. A volte passeggio senza meta come è senza senso tutto ciò che mi passa per la mente. Incontro persone che mi salutano e io non avevo visto perché i miei occhi stavano guardando altrove. Nei miei pensieri. Nei miei problemi. Nei miei sogni. Capita anche che lo scendere da un marciapiede o l’attraversare una strada mi portino alla realtà e mi facciano scoprire che intorno a me ci sono dei luoghi che sarebbe un peccato non aver visto, non aver osservato. Capita anche che un abbaio di un cane o una voce umana distraggano la mia mente dai voli pindarici che la stavano affollando e mi rendo conto che non sono l’unico essere vivente che sta passeggiando. Sono uno dei tanti che calpestano la mia stessa terra in quel momento. E chissà quanti altri lo hanno fatto prima di me e quanti altri ancora lo faranno. Mi rendo conto che non sono solo.
Passeggiare è inoltre un modo per conoscere. Il mio quartiere. La città dove vivo. Il mio Paese o altri luoghi sparsi per il mondo. E allora mi dedico una domenica mattina e incomincio a passeggiare in un luogo che mi ero prefissato di conoscere meglio, dopo aver “studiato” le curiosità e le particolarità che quel luogo mi potrebbero regalare. Quasi sempre da solo, calpesto marciapiedi o attraverso strade o sorseggio un caffè nel bar del quartiere per immergermi in una comunità che non è la mia, ma che voglio rendere mia. Da solo, quasi sempre, perché riesco a godermi la passeggiata rispettando i miei tempi, le mie curiosità, le mie priorità. Qualche volta un quaderno e una penna per fissare istantaneamente le emozioni che provo.
Oggi ho passeggiato. Non ero da solo. Mi sono aggregato ad un gruppo per conoscere un quartiere storico di Roma che conoscevo poco. Una ragazza come guida turistica. Una radiolina e un auricolare per meglio sentire la storia delle strade che percorrevamo. Un gruppo di persone che spesso si ritrovano per passeggiare e condividere il desiderio di conoscere allo scopo di donare il loro tempo e parte dei loro soldi per il bene di altre persone.
Oggi sono tornato a casa più ricco di prima. E ci sono più motivi per cui mi sento più ricco.
Il primo è perché ho conosciuto meglio il quartiere della Garbatella. Non ci ero mai stato prima o se ci sono passato per caso non mi sono mai reso conto di quanto affascinante sia questo pezzo di storia di romanità. I lotti delle case popolari che ti catapultano in uno dei tanti borghi disseminati in tutta Italia. La piacevole confusione degli abitanti che la domenica mattina si ritrovano al bar o davanti alla chiesa e nei parchi che caratterizzano la Garbatella. Le decine e decine di murales che rendono moderno e “internazionale” questo vecchio quartiere periferico di Roma. Belle sensazioni che, quanto prima, dovrò andare a vivermi da solo, per rispettare quei tempi, quelle curiosità e quelle priorità di cui ho bisogno.
Il secondo è perché ci hanno accompagnato le ragazze di Passeggiando con Silvia (www.passeggiandoconsilvia.it). Oltre che simpatiche e affabili, sono riuscite a incuriosire un orso come me che preferisce essere una guida fai da te per le sue passeggiate. E non è cosa da poco, vista la mia ben nota riluttanza a seguire un gruppo di turisti dotati di radiolina e auricolare. Oggi sono stato uno di loro.
Il terzo è perché ho conosciuto una bella realtà di persone che dedicano il loro tempo per fare del bene. La onlus Afron (www.afron.org) opera da dodici anni per la formazione, prevenzione e cura del cancro in Africa. Un gruppo di belle persone che dedicano parte del loro tempo al bene di chi è più sfortunato di noi. Tra due settimane partiranno per l’Uganda, dove hanno realizzato già molti progetti e contano di realizzarne degli altri. Un piccolo gesto da parte mia, quello di oggi, che mi ha fatto sentire utile per un mondo che va sempre verso derive incomprensibili.
Passeggiare è stato oggi per me importante. Per tutto ciò che ho appena scritto e per tutto ciò che verrà dopo questo mio incontro con delle belle persone.
Continuerò a passeggiare da solo, ma dopo l’esperienza di oggi andrò qualche volta in cerca di una bella compagnia.
PS: nella pagina dei miei viaggi ci sono alcune foto della passeggiata di oggi!
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