Fragili
- Claudio

- 22 feb 2023
- Tempo di lettura: 3 min

Ho imparato anche io a parlare di "bambini fragili". Ne ho capito il vero significato e il vero valore che rappresenta la parola "fragile".
Ero stato abituato a sentirli chiamare "bambini speciali". Non mi ero realmente soffermato sul vero significato di queste due parole.
Voglio partire da un altro punto di vista cercando di fare un paragone che potrebbe non calzare pienamente, ma che mi tocca molto da vicino.
Io sono omosessuale e sono un uomo, di sesso maschile. Il fatto che la "normalità" (nella stupida accezione sociale imperante ancora oggi) risieda nell'eterosessualità farebbe di me un diverso.
Ma io non sono un diverso perché sono un uomo, di sesso maschile, come gli uomini eterosessuali, di sesso maschile. Come loro ho le mie funzioni vitali di essere vivente del genere umano, comprese le emozioni; come loro lavoro, pago le tasse, rispetto le leggi e cerco di vivere una vita socialmente corretta (tralascio le rivendicazioni per il riconoscimento pieno dei miei diritti e dei miei doveri, che ancora sono lontani dal venire).
Al massimo posso essere definito un uomo omosessuale, di sesso maschile...anche se reputo inutile l'aggiunta dell'aggettivo che chiarisce le mie preferenze sessuali.
Ieri, dopo la visita al Gaslini di Genova, ho compreso che è sbagliato chiamare "speciali" quei bambini che hanno difficoltà fisiche e sanitarie. E ho fatto mia questa convinzione grazie al Dott. Luca e alla mamma Maria Teresa, con il loro sorriso e la loro serenità.
Il Dott. Luca è pediatra, cura i bambini...in particolare i bambini che hanno importanti problemi fisici e sanitari. I bambini che lui chiama "fragili" perché chiamarli "speciali" sarebbe discriminatorio: sono semplicemente bambini come gli altri bambini, più fortunati di loro, che non soffrono di importanti patologie sanitarie.
Maria Teresa è mamma di due figli. Una ragazza che ha il sogno di diventare ballerina e un ragazzo "fragile". Sarebbe una mamma "speciale" perché ha un figlio "speciale"? No...Maria Teresa è una mamma, come la mia e come tutte le altre mamma. Mirko è un figlio che ha bisogno di maggiori attenzioni (tante attenzioni), ma rimane semplicemente un figlio, sì fragile, ma sempre e solo un figlio.
Basta con queste discriminazioni, anche se sono velate. Basta considerare i bambini "fragili" dei diversi, edulcorando la situazione nel definirli "speciali".
Sono bambini, così come sono mamme e papà chi li ha generati e li accudisce con lo stesso amore con cui accudiscono i figli che non soffrono di importanti patologie sanitarie.
Basta guardare queste famiglie come famiglie marziane. Certo, hanno bisogno di un maggiore aiuto dalle istituzioni e una mano fraterna da parte di chi, come me, non deve affrontare le difficoltà che la loro situazione impone.
Ieri ho capito (e spero di aver imparato) a relazionarmi naturalmente con loro, perché il dott. Luca e mamma Maria Teresa non mi hanno messo a disagio. Mi hanno fatto sentire uno di loro...e io li ho considerati uguali a me.
Che cosa mi è rimasto dentro da questo incontro (che spero non rimanga unico, ma abbia altre occasioni di condivisione)?
La loro serenità e il loro sorriso...perché ho capito che solo essendo CONSAPEVOLI si può ACCETTARE. E solo dopo aver ACCETTATO si può AMARE in un modo vero e autentico. Anche quando le difficoltà sembrano insormontabili!
Grazie Luca...
Grazie Maria Teresa...
PS: per chi volesse contribuire (anche a distanza) alle attività dell'Associazione di cui Maria Teresa è Presidentessa...questo è il link: https://www.associazionemaruzzaregioneliguria.org/





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