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Lenzuola di lino.

  • Immagine del redattore: Claudio
    Claudio
  • 1 giu 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Quando ero piccolo i miei genitori erano “la coppia perfetta”.

Ancora non conoscevo la vita e non potevo immaginare che potesse esistere parole come il TRADIMENTO.

Con gli anni sono cresciuto. Ho avuto le mie prime esperienze. Ho ascoltato e vissuto le storie delle mie amiche e dei miei amici, dei colleghi, dei vicini di casa.

Ed ho incominciato a realizzare che i miei genitori erano anche un uomo ed una donna.

Oggi che ho qualche anno in più e molte più consapevolezze vissute direttamente o indirettamente, il mio modo di pensare, e di agire, è inevitabilmente cambiato.

Non credo alla fedeltà!

Non credo a quelle stupide convenzioni sociali che ci impongono una facciata diversa da quella che è la realtà, la vita.

Ieri mi sono tuffato nel mio ennesimo tradimento.

Erano quattro anni che io e Agnese ce lo stavamo promettendo, ma ogni volta che poteva capitare l’occasione per incontrarci e scatenare le nostre chimiche passioni facevo nascere una scusa: “Ho preso una indigestione”, “Mia moglie ha fatto un cambio turno e quindi stasera non sono più libero”, “Scusa, ho letto solo ora il messaggio”, “Avevo messo il silenzioso e non me ne ero accorto”.

Ma Agnese era stata paziente e costante tanto da aspettare tutto questo tempo per poterci finalmente incontrare, clandestinamente, a casa sua, ieri mattina. Il marito in trasferta per un lungo periodo, la mia giornata off dalla fabbrica, mia moglie di lunga, e…

…le lenzuola di raso nero, soffici e fresche come l’odore di primavera che emanavano, hanno testimoniato l’ennesima pagina di esperienze che ho annotato nel diario della mia vita, nel capitolo delle trasgressioni. La naturalezza dei nostri corpi, assolutamente liberi e sfacciati, è stato il filo conduttore del film di quella mattina, tutto reale, nessuna fiction. I raggi del sole, che filtravano attraverso le tende della sua camera da letto, hanno illuminato a tratti i nostri movimenti, lasciando spazio ai coni d’ombra con i quali si alternavano per far rimanere nel buio quanto sarebbe dovuto rimanere segreto.

Non sono pentito. Non ho rimorsi di coscienza. Non penso di dovermi andare a confessare con chi sa chi, magari anche con un prete…sempre che ne trovi uno disponibile ad ascoltarmi.

È la vita!

È anche la mia vita!

Una vita di tradimenti, nata da una prima volta e confermata non solo dalla bellissima e paziente Agnese, ma anche dal mio collega che, nell’aprire Badoo (pessima trasposizione moderna del corteggiamento) mi ha involontariamente ed inavvertitamente mostrato il profilo di Elena, mia moglie, in attesa di un principe azzurro che la facesse di nuovo sognare. Magari anche lei sotto lenzuola di raso nero, in una stanza invasa da luci e ombre.

“È la mia vita”, mi sono detto. “Ma adesso devo cambiarla”, ho aggiunto.

Mi sono quindi reso conto che non so più amare, se amare significa macinare emozioni che ti fanno salire e scendere vorticosamente lo stomaco, dalla testa ai talloni, come se stessi in balia dell’adrenalina di una delle più violente attrazioni di un luna park.

“Sono cose da giovani”, è il pensiero che si è impossessato del mio essere!

No…ormai non mi appartiene più tutto ciò!

Sono un uomo, con le sue esperienze dirette ed indirette, ormai cinico e terribilmente pragmatico.

“È la vita”, mi ripeto ancora. “Non ci si basa sulla fedeltà reciproca, ma sul rispetto reciproco”, la giustificazione che mi sono inventato.

Del resto, io ed Elena non ci facciamo mancare il profumo delle nostre lenzuola di cotone rosso. Lenzuola che odorano della primavera delle nostre coccole, dell’estate della nostra passione e dell’inverno delle nostre incomprensioni. Loro sono lo specchio della nostra vita.

Come lo sono quando profumano di autunno, la stagione che ci autorizza a non farci mancare niente, curandoci l’un l’altra, ma concedendoci anche quelle libertà reciproche fondamentali per accettare una lunga convivenza, che a volte è innaturale per due persone indipendenti e determinate come noi.

“È la vita”, riepilogo onestamente a me stesso. “Basta non essere a conoscenza del tradimento del proprio partner, perché come dice un vecchio proverbio: occhio non vede, cuore non duole”, il motivo che mi spinge ogni tanto a lavare con frenetica cura le lenzuola sporche e puzzolenti, prima che Elena ci si immerga, riscaldata o raffreddata dalla vicinanza del mio corpo. Speriamo che lo faccia anche lei, quando è necessario rigenerarle.

Queste sono le mie certezze.

L’importante è che ancora oggi, con tutto quello che mi è passato davanti agli occhi, direttamente o indirettamente, mio padre e mia madre siano sempre stati fedeli, abbiamo vissuto il loro amore e le loro passioni sempre e solo sotto le stesse consumate lenzuola di lino!

Sto continuando a guardarli con gli occhi di quando ero bambino, illuminati dalla consapevolezza di oggi, che sono un uomo maturo!


 
 
 

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