Cin Cin

“Buona fine e buon principio”.

Sono queste le cinque parole che si sentono uscire più spesso dalla mia bocca nell’ultimo giorno dell’anno. Quasi a voler tenere stretti l’anno vecchio con l’anno nuovo.

È un augurio che mi suona familiare. Non ricordo la prima volta che l’ho sentito perché echeggiava intorno a me sin da quando era in culla. Sono cinque parole che mi fanno respirare aria di casa. Quella casa dove eravamo tutti insieme per le feste. I nonni. Gli zii. I cugini. La mia famiglia. È un ricordo, del resto naturale in questo periodo dell’anno che sa tanto di famiglia. Anche se poi con il trascorrere della vita le cose cambiano e non si festeggia più con la famiglia in cui sei cresciuto.

È un augurio anonimo. Non si augura, in questo modo, la salute, l’amore, la ricchezza o chissà altro. Si auspica genericamente che la fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo siano buoni. Punto. Forse è troppo semplice?

È un augurio distaccato. Se conosci una persona le auguri quello che lei ha più a cuore, ovviamente se le vuoi bene. Nel caso le volessi male, potresti augurarle qualche sciagura, qualche disgrazia, qualche malanno. Con questo augurio, invece, si rimane distanti, quasi fosse una costrizione fare gli auguri.

Eppure, in queste cinque parole è racchiuso un augurio vero, senza finzioni o falsità. Usando semplicemente, ed esclusivamente, l’aggettivo “buono”, in realtà li lasciamo liberi di scegliere cosa sia meglio per loro. Con quale avvenimento, pensiero o augurio vogliano chiudere l’anno vecchio e incominciare l’anno nuovo.

Regaliamo la libertà!

La libertà di essere padroni della propria vita, nel bene e nel male. La libertà di essere protagonisti delle proprie giornate, davanti o dietro il palcoscenico che li circonda. La libertà di prendere l’augurio o lasciarlo cadere, coscienti o meno di quelle che potrebbero esserne le conseguenze.

Forse mi sono dilungato troppo. Un augurio deve essere conciso e diretto, senza tanti fronzoli.

E quindi…

…BUONA FINE E BUON PRINCIPIO A TUTTI!!!